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Infezione da papillomavirus umano. Diagnosi

L’approccio diagnostico per il monitoraggio dell’infezione da papillomavirus e delle eventuali lesioni è costituito dai seguenti passaggi:

  • Diagnosi clinica

  • Colposcopia

  • Pap-test (esame citologico)

Diagnosi clinica

La diagnosi clinica si basa sull’osservazione delle lesioni, riconoscibili ad occhio nudo, in occasione della visita ginecologica, e confermabili, eventualmente, con la colposcopia.

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Colposcopia

La colposcopia è un esame ambulatoriale che serve a controllare la cervice uterina e che comporta al massimo un leggero fastidio. Si esegue con il colposcopio, uno strumento munito di una sorgente luminosa e di un sistema di ingrandimento che permette di vedere eventuali alterazioni. A volte l’esame è accompagnato da una biopsia, un prelievo di una piccola quantità di tessuto dal collo dell’utero.

Il Pap-test

Il Pap-test completa le informazioni ottenute con la normale diagnosi clinica e/o colposcopica.
Viene in genere eseguito contestualmente a visita ginecologica e consiste nel prelievo di cellule dalla superficie del collo e dal canale cervicale dell’utero, anche in assenza di lesioni macroscopiche; può essere tuttavia eseguito successivamente all’esame colposcopico, per approfondire l’analisi su lesioni già osservabili ad occhio nudo.

Il Pap-test ha permesso, dalla sua introduzione, di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità per carcinoma della cervice uterina.

 

Fonte
L'infezione da papillomavirus
Ministero della Salute

GeoSalud, 31 de marzo del 2013

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